Rassegna Nazionale di musica popolare,acustica e contemporanea

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 / BRUCOLI / BUCCHERI / CARLENTINI / FERLA / MELILLI / PALAZZOLO A. / PORTOPALO / PRIOLO G. / SOLARINO / SORTINO /

       

>> BRUCOLI

Castello Aragonese

Nelle immediate vicinanze di Augusta, Brùcoli è un borgo marinaro e una fre­quentata località di villeggiatura attestata su un porto-canale di suggestiva bellezza formato dall'estuario del torrente Porcària. Oltre a una fortificazione (XVI secolo) con quattro torri angolari posta a guardia del medievale 'caricatore', Brùcoli è presi­diata dal Castello, una torre quadrata ba­stionata voluta tra il 1462 e il 1467 dal go­vernatore della Camera Reginale Giovan­ni Çabastida.

Nei pressi di Cozzo Gisira, tracce di insediamenti del periodo neolitico (località Banco) e della pri­ma età del Bronzo precedono, in prossimità della costa, l'eremo di S. Maria dell'Adomai, sor­to alla fine del XVII secolo su un oratorio rupestre del III secolo d.C.; vi si celebra la festa il 5 agosto. Sul lungomare, il 15 agosto si svolge la festa in mare per il patrono san Nicola.

>> BUCCHERI

Scalinata del Castello

Al centro di boschi di pini, querce, pioppi, castagni, noccioli e sugheri, collocato al­le pendici del monte Làuro, Buccheri (m 820, ab. 2606) è il più alto comune della provincia. Furono i Normanni a trasformare l'originario for­tilizio arabo in un ben più munito castello in­torno al quale si formò il primo nucleo abitati­vo. Il paese venne ricostruito più in basso dopo il sisma del 1693.Il nome Buccheri secondo al­cuni è legato a quello del generale saraceno Bucker, mentre per altri studiosi deriverebbe dal termine «buquerium» (pascolo comune). La maggiore risorsa dell'area, che per secoli ha vissuto di attività agro pastorale, è l'olivicultura (olive nere e olio). Sul colle Tereo sono i resti di una delle tor­ri del castello normanno, da cui si può ammirare un panorama davvero magnifico. Nei dintorni di Buccheri meritano un'escur­sione il Bosco di S. Maria e il Bosco Pisano.

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>>  CARLENTINI  

Chiesa del Carmine

Da un celebre frammento dell'opera di Polìbio (VI, 6), si ricava che la città antica sorgeva a sud della Lentini moderna, su un gruppo di alture parallele che si staccano dal monte Pancali. Il più antico insediamento greco occupava il colle S. Màuro, a ovest; più tardi, l'abitato si estese a est fi­no a includere il parallelo colle di Metapìccola, con l’intermedia valle S. Màuro. L'agorà era posta nella parte settentrionale della valle, solcata diagonalmente dal torrente.S. Eligio (l'antico «Lixos»). Allo sbocco meridionale della valle il Parco archeologico comprende la parte più interessante dell'area di scavo. In quest'area ricadono: la cinta muraria dell'acropoli di S. Màuro e quella del fondovalle, dove si apriva la porta meridionale o Siracusana; una necropoli ellenistico-romana (sulla Metapìccola, formata da tre stratificazioni con tombe anche del vi secolo a.C.); il basamento di un tempio greco e tracce di un villaggio preistorico con capanne rettangolari incassate nella roccia (sulla Metapìccola), che è stato identificato (per alcuni erroneamente) con l'antica «Xouthia».

>>  FERLA

Scalinata Convento dei Cappuccini

Ferla è un paese di circa 3.000 abitanti situato sulle pendici di Monte Lauro (SICILIA ORIENTALE, MONTI IBLEI) ad una altezza di circa 500m s.l.m.
Di origini remote, vi si trovano numerosi i resti della primitiva civiltà della Valle dell'Anapo che ebbe la sua maggior espressione nella misteriosa città di Pantalica. 
Possiamo ammirare resti di età castellucciana, necropoli sicule, abitati tardo romani e bizantini. Il paese, poggiato sulle pendici di un colle che si affaccia su tre valloni, è di gradevole aspetto e, all'impronta marcatamente settecentesca che seguì alla ricostruzione dopo il terribile terremoto del 1693 unisce i segni dei successivi ampliamenti dell'Ottocento fino all'epoca Liberty.
Al suo interno numerose chiese conservano opere d'arte fra cui stucchi e statue gaginiane, un crocefisso di frate Umile da Petralia, dipinti del Crestadoro (per la visita contattare la Parrocchia)

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>>  MELILLI

Palazzo Municipale in P.zza Crescimanno

Sui monti Climiti, Melilli (m 310, ab. 12.235) deve il suo nome al rinomatissimo 'miele degli Iblei'. Centro prevalentemente agri­colo, in bella posizione panoramica sul golfo di Augusta (la rilevanza strategica della sua posizione la rese oggetto di molti domini), l'antico feudo della famiglia Moncada è stato quasi completamente raso al suolo dai terremoti del 1542 e del 1693. È certa la presenza dell'uomo in questa zo­na dall'età del Bronzo, testimoniata da al­cune necropoli. Ricostruito dopo il terre­moto del 1693, Melilli mantiene al centro dell'abitato la chiesa Madre, dedicata a S. Ni­colo e sulla piazza principale, il santuario di S. Sebastiano, eretto nel 1751 su disegno di Louis Alexandre Dumontier. Luogo legato ancora oggi a uno dei culti più an­tichi e sentiti della Sicilia orientale, il 3 e 4 maggio di ogni anno il santuario di S. Sebastiano accoglie la Festa dei nuri, devozione che unisce caratteri di antica ritualità a quelli di travolgente fede.

 

>>  PALAZZOLO ACREIDE

Mulino ad acqua S.Lucia  

Sagrato Chiesa di S.Paolo

In una valle incontaminata, ricca di querce e noci, animata solo dallo scorrere delle acque del torrente Purbella e dai piccoli animali del bosco, troviamo ancora del tutto integro un mulino idraulico per la macinazione del grano e dei cereali inferiori. La caratteristica valle è conosciuta per la successione di mulini, spinti consecutivamente dall’energia delle acque del torrente. Il nostro mulino è il quarto della serie.In questa struttura di lavoro, la cui esistenza è attestata fin dal XVI secolo, è stato allestito il "Museo della Macina del Grano". L’esposizione consente ai visitatori una lettura tecnica e storica  del mulino. Attraverso testi esplicativi, immagini grafiche e fotografiche, la presenza di macine di varia forma e diverso periodo storico, si può apprendere notizie sull’evoluzione delle tecniche di macinazione dei cereali, dalle prime età dell’uomo fino alla utilizzazione dell’energia idraulica. E’ anche possibile seguire il documentario "Il mulino ad acqua in Sicilia. Tecnica e lavoro", realizzato da Rosario Acquaviva, che permette di vedere la struttura in movimento, per fare meglio

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>>  PORTOPALO DI CAPO PASSERO  

Scalo mandrie

Già frazione di Pachino (costituisce comune autonomo dal 1975), la storia ricorda Portopalo di Capo Pàssero come il luogo dello sbarco delle truppe anglo-americane avvenuto il 10 luglio 1943. In contrada Manniri, lungo il costone roccioso, sono stati scoperti materiali fittili acromi di una fornace trovata quasi intatta e una necropoli paleocristiana.

Di fronte alla costa è l'isola di Capo Pàssero, un tempo collegata alla terraferma. Oltre al faro, ospita una torre secentesca, nel luogo di una fortezza voluta nel XVI secolo da Carlo V per difendere la costa dalle scorribande dei predoni. Distrutta nel 1526 da un attacco della pirateria turca, la struttura è stata ricostruita nella for­ma attuale. L'isola è costituita da una roccia calcarea piatta, estesa per 37 ha, ed è inserita fra le tredici località siciliane che la So­cietà Botanica Italiana considera di rilevante interesse per l'eccezionalità della vegetazione.

>>  PRIOLO GARGALLO

Istmo di Thapsos 

L`insediamento di gran lunga più importante della seconda metà del XV secolo a. C. è quello di Thapsos, del quale, oltre alle necropoli, conosciamo anche l`impianto urbano. Esso si è sviluppato sulla penisoletta rocciosa e pianeggiante di fronte alla costa di Priolo alla quale è congiunta solo da uno stretto istmo sabbioso. Questo istmo separa due insenature portuali contrapposte. La necropoli presenta tombe di tipo più evoluto rispetto a quelle castellucciane, celle più ampie, nicchie alle pareti, spesso decorate con cornici. L`abitato si estendeva per quasi un chilometro di lunghezza lungo la sponda rocciosa delle due insenature. Le capanne, generalmente tondeggianti, talvolta quadrangolari, sono circondate da un muretto perimetrale di pietrame a secco. Plinti litici o fori per i pali reggevano la travatura del tetto. Nella zona centrale sono venuti alla luce i resti di fabbricati più evoluti, rivelanti un apporto miceneo, costituiti da una successione di vani rettangolari disposti intorno a cortili lastricati, attestanti un`attività commerciale connessa al porto. La durata di questa civiltà è stata di circa un secolo e mezzo.

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>>  SOLARINO

Sagrato Chiesa Madre

A impianto urbanistico ortogonale, Solarino (m 165, ab. 7525) mostra ancora al­cune strutture abitative tipiche del borgo rurale sviluppatosi nell'Ottocento. Già feudo baronale prima del XVIII secolo, venne fondato come colonia agricola nel 1759 da Giuseppe Antonio Requenses prin­cipe di Pantelleria. Nel 1827 divenne co­mune autonomo. Entrando dal corso principale si accede nell'ampia e alberata piazza Plebiscito, ove si staglia frontalmente la bella faccia­ta di palazzo Requenses, opera dell'archi­tetto siracusano Luciano Alì. I feudatari del tempo lo fecero costruire alcuni anni pri­ma della fondazione del borgo quale di­mora di campagna e casino per la caccia. A sinistra della piazza è la chiesa Madre dedicata a S. Paolo, patrono del paese, che se­condo la tradizione locale avrebbe predi­cato da queste parti. Tra gli esempi più interessanti di archi­tettura storica rurale presenti nel territo­rio circostante, è da segnalare in località Cozzo Collura una Masseria già esistente nel '500, ricostruita nel '700 nello stesso si­to dove sono venuti alla luce resti ar­cheologici di età romana del II-IV secolo d.C.

>>  SORTINO

Chiesa Madre 

Fra i monti Iblei, adagiato sul colle Aita (m. 438 s.l.m.) e circondato da profonde vallate, si trova Sortino, tesoro di storia, bellezze naturali ed architettoniche. Nel territorio insistono la valle dell'Anapo e del Calcinara e la necropoli di Pantalica (sec. XIII - VIII a.C.).  L'antico centro, abitato da più di 5000 persone, sorgeva nella valle del fiume Ciccio. Il terremoto del 1693 distrusse totalmente il sito antico. Alla ricostruzione, più a monte, contribuì generosamente la famiglia Gaetani. Il forte sentimento religioso spinse i sortinesi ad avviare numerose opere di costruzione e ristrutturazione di chiese e conventi secondo lo stile dell'epoca, il Barocco, che rimane ancora oggi la caratteristica dominante del patrimonio architettonico di Sortino. Su un piazzale lastricato magistralmente con ciottoli di fiume bianchi e neri e delimitato da pilastri quadrangolari sormontati da grosse anfore, si erge la chiesa Madre dedicata a San Giovanni Evangelista (1734- 1759)).  La  facciata,  in stile barocco, presenta tre nicchie contenenti   le  statue di  San Giovanni, Mosé ed Elia e un portone centrale affiancato da due coppie di colonne tortili. L’interno è a tre navate delimitate da grossi pilastri che confluiscono in un luminoso transetto su cui è impostata la cupola. Nell'abside sono posti un coro ligneo e una tela, del pittore Giuseppe Cristadoro,raffigurante l'Apocalisse di S. Giovanni Evangelista. 

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